Il Laboratorio di Modellistica geologica: tecniche di riproduzione dei processi geologici

 

Giovedì 16 febbraio, nell’ambito del Siena Darwin Day 2023, si è tenuta presso il Complesso universitario del Laterino la presentazione del Laboratorio di Modellistica geologica a cura di Senatro Izzo e Andrea Vannucchi. Riportiamo di seguito la scheda redatta per il SIMUS Magazine dal geologo Senatro Izzo.

 

Alle ore 21:51:39 del giorno 08-02-2023 un terremoto di magnitudo 3.5 ha avviato una sequenza sismica importante nella nostra città di Siena. Una sequenza composta da decine di scosse, in alcuni casi anche a distanza di pochi minuti una dall’altra. I cittadini sono rimasti molto spaventati da questo evento: timore e sgomento sono stati accentuati dalle notizie del disastroso terremoto in Turchia/Siria del 6 febbraio con migliaia di vittime.
È ormai noto a tutti che il nostro pianeta è in continuo movimento in ogni sua porzione, anche quella più interna e profonda. Estremamente dinamica è la parte più superficiale, la Crosta terrestre. Questa, infatti, si muove molto lentamente (rispetto alla percezione umana) e con continuità (nel quadro dei tempi geologici) e noi uomini non possiamo apprezzare direttamente gli spostamenti, in pratica non vediamo le rocce deformarsi sotto l’influenza di detti movimenti, se non in casi parossistici e drammatici come quelli sopra citati. Per compensare questa lacuna di osservazione, la geologia si avvale, in via sperimentale, di modelli a scala ridotta, riprodotti in laboratorio e volti a comprendere come si siano prodotte le forme che vediamo in natura: catene montuose e bacini sedimentari, vulcani e caldere, rift terrestri e sottomarini, e in generale i tanti processi erosivi.

Per condurre gli esperimenti, si utilizzano materiali con analogie rispetto a quelli naturali (sabbie silicee, silicone, ma anche miele, ecc.) che si deformano similmente alle rocce, ma con velocità eccezionalmente più elevate. Anche l’energia in gioco, enorme in natura, viene simulata utilizzando delle strumentazioni che, opportunamente calibrate, possono riprodurre un evento nelle quattro dimensioni: le tre spaziali e il tempo.
Dal punto di vista sperimentale ciò vuol dire controllare e monitorare l’evento simulato, con la possibilità di rapportarlo a processi ed eventi geologici naturali.

In natura, però, ci sono altri movimenti geologici, più veloci, quasi istantanei, che spesso producono veri e propri disastri, con pesanti effetti sulla vita umana: sono i terremoti, che ci hanno visto fortemente coinvolti, e poi i maremoti, le alluvioni, le frane. Anche per questo tipo di movimenti sono state messe a punto strumentazioni e apparecchiatura per sperimentare e simulare (strick-slip , tavola vibrante, sand box vibrante, ecc), ma soprattutto per studiare e comprendere gli effetti direttamente indotti ai manufatti a seguito di terremoti e fenomeni ad essi collegati, come ad es. la liquefazione dei terreni (depositi di sedimenti sabbiosi saturi d’acqua, sottoposti all’azione delle onde sismiche, si comportano quasi come un liquido rispetto ad opere su di esse fondate) e frane.

Darwin, che al suo fianco aveva sempre un martello da geologo, era ben consapevole di come uno dei motori del cambiamento fosse la dinamica geologica, ma i tempi ancora non erano maturi. Alfred Wegener, padre della Teoria della deriva dei continenti (oggi superata, ma cardine del pensiero geologico), nasceva solo nel 1880, due anni prima della morte di Charles Darwin.

Senatro Izzo, referente del laboratorio di Modellistica geologica