Arturo Nannizzi, un grande botanico senese da rivalutare

Arturo Nannizzi in Bulgaria

Chi era Arturo Nannizzi?

Arturo Nannizzi (1877-1961) è stato un botanico poco conosciuto ma molto produttivo e apprezzato nel mondo scientifico in vari campi. Particolare è la sua storia, poiché era dotato solo di licenza elementare, ma di una smisurata passione per le piante, che lo portò a dedicare la sua vita all’Orto Botanico. Nel 1893 fu portato dal padre a frequentare il giardino e vi rimase per oltre 60 anni, prima come volontario, poi venne assunto come inserviente, custode e infine tecnico.

Arturo Nannizzi riuscì a studiare botanica grazie all’aiuto dei professori Tassi, Longo, Preda e Pollacci, che al tempo apprezzarono le sue qualità. Divenne professore a contratto e riuscì ad assumerne addirittura la direzione dell’Orto Botanico per un lungo periodo: dal 1934 al 1950. Da autodidatta condusse ricerche originali nel campo della Micologia, alcune ritenute ancor oggi fondamentali per la tassonomia dei Dermatofiti, la cui importanza fu confermata però solo dopo la sua morte. Nel 1934 fece istituire presso l’Orto Botanico un Laboratorio fitopatologico gratuito per gli agricoltori, viste le sue competenze in patologia agraria, per il quale fu riconosciuto all’Università di Siena un compenso in denaro da parte del “Consiglio provinciale dell’Economia Corporativa”. Autore anche di poesie e di disegni, fu un assiduo divulgatore scientifico e pubblicò circa 500 lavori. Distinguendosi per le straordinarie doti calligrafiche, disegnò particolari di piante e fiori per uso didattico e scientifico. Si distinse anche nel campo della botanica farmaceutica, lavorando nell’allestimento dell’Orto farmaceutico, una parte della Scuola dell’Orto Botanico, dedicata alle specie medicinali. Raggiunse grande fama per i suoi studi sulla coltivazione della belladonna (Atropa belladonna), dopo una missione in Bulgaria a lui affidata dalla regina d’Italia Elena di Savoia.

Parte del lavoro di botanico lo dedicò allo studio degli erbari antichi conservati nell’Istituto Botanico e all’allestimento della Mycotheca Universalis, una collezione esclusivamente dedicata alle crittogame.

Nonostante avesse conseguito nel 1927 la libera docenza in Micologia e fosse un apprezzato docente di Botanica farmaceutica, Nannizzi non riuscì mai a ottenere una cattedra universitaria. Nel 1954 la città di Siena gli consegnò il Mangia d’argento e successivamente gli intitolò una via.

Il 12 ottobre 2021 il Sistema Museale Universitario Senese e il Dipartimento di Scienze della Vita, cui il Museo Botanico afferisce per gli aspetti scientifici, hanno voluto intitolare a suo nome una parte dell’Orto Botanico, la cosiddetta “Scuola”, che sarà incrementata di nuove specie erbacee legate ai suoi principali studi, per mantenere la storia del suo percorso scientifico, attraverso l’utilizzo dell’Orto Botanico e dell’Erbario come strumenti di ricerca e di didattica.

Ilaria Bonini, direttrice Museo Botanico