La formazione infermieristica: dagli infermieri psichiatrici alla Scuola convitto per infermiere

 

Con l’affermarsi dei manicomi nel XIX secolo viene a delinearsi la figura dell’infermiere psichiatrico. Le sue funzioni principali sono la custodia, la sorveglianza e la repressione. Non è prevista alcuna formazione professionale e la scelta si basa su requisiti legati alla forza fisica, necessaria per il lavoro di contenimento dei malati.

Con il Regio Decreto 615 del 1909, che approva il “Regolamento per l’esecuzione della legge 36 del 1904”, nasce la figura dell’infermiere psichiatrico, cui “spetta di sorvegliare ed assistere i malati; vigilare attentamente affinché questi non nuocciano a sé e agli altri, e sia provveduto ad ogni loro bisogno”.

Nei primi decenni del Novecento nascono in Italia anche le prime scuole per infermiere da adibire all’assistenza dei malati negli ospedali. L’infermieristica diventa così, dopo molti secoli, una disciplina scientifica, secondo le direttive di Florence Nightingale che nella seconda metà dell’Ottocento ha riformato il concetto di assistenza e dato avvio all’infermieristica moderna.

Nel 1932 apre a Siena la Scuola convitto per infermiere, che si rifà agli insegnamenti della Nightingale.

Negli anni la Scuola convitto cambia fisionomia fino a quando la legge 124 del 1971 abolisce l’obbligo dell’internato e apre anche al personale maschile.