Coronavirus SARS-COv2: andrà tutto bene

Sono Presidente pro-tempore del SIMUS, ma principalmente sono un docente dell’Ateneo di Siena; scrivo da casa, fra la preparazione di una lezione e l’altra che mi accingo a tenere in modalità “on-line”, cercando di rivisitare l’organizzazione dei miei corsi, in modo da poter trasmettere al meglio ai miei studenti contenuti che mai avrei immaginato di poter o dover impartire da remoto.

Non è un lavoro per niente facile, per un docente di geologia quale io sono, abituato a condividere con i ragazzi esercitazioni pratiche, esperienze di laboratorio, attività sul campo, coinvolgendoli e stimolandoli sempre più anche a fruire e godere delle tante collezioni ospitate nel Museo di Scienze della Terra e negli altri musei universitari. Non è possibile replicare totalmente e con la stessa efficacia, un insegnamento impartito da sempre con strumenti che hanno alla base il vedere e soprattutto il toccare, con metodi alternativi “a distanza”, non è possibile reinventarsi totalmente in così poco tempo.

Ma se è vero che tante cose non sono possibili adesso, è altrettanto vero che qualcosa si può e si deve fare, per recuperare tempo quando torneremo ad essere pienamente efficaci ed efficienti e per avere la consapevolezza che le emergenze possono e devono essere gestite senza abbandonarsi e senza arrendersi; tornerà il tempo della “normalità”, parola ormai dal sapore sconosciuto, non sappiamo quando, però tornerà. Allora saremo ancor più pronti a ripartire.

Come molti, ho fatto, e sto facendo, delle rinunce e dei sacrifici personali, restando lontano dagli affetti, dalle persone che mi sono più care, vincendo con la ragione e il rispetto delle regole, la solitudine e il desiderio di mettermi in viaggio per stare con loro. Ci sono momenti in cui sono i sentimenti a vincere le avversità, anche quelle più grandi, e altri in cui sono la scienza, la coscienza e la conoscenza che devono guidare i nostri comportamenti.

In tempi come questi è essenziale affidarci a chi, nella società, dispone dei mezzi e delle capacità di guidarci, e ci invita con fermezza a mettere in pratica comportamenti che mettono in sicurezza noi stessi e tutti gli altri, ricordandoci che ciascuno di noi è responsabile non solo per sé. Chi ci governa ha il dovere di indicarci la strada e tutti noi quello di seguirla con la massima fiducia, senza alcuna esitazione. La vita, la salute, il benessere di un intero popolo, sono i beni più preziosi di cui disponiamo e di cui tutti beneficiamo; la nostra organizzazione sociale deve profondersi al massimo per conservarli, niente deve essere omesso e ogni singolo deve fare la sua parte. I principi comportamentali che ci sono stati dati, imposti in alcuni casi ma a ragione, devono invitarci a riflettere, per valutare se le azioni che facciamo o omettiamo di fare avranno un effetto positivo o negativo su noi e sugli altri; mai come in momenti come questo le nostre azioni possono cambiare la compagine della società in cui viviamo. Forse non sempre e non tutti, hanno la capacità e un adeguato livello di conoscenza personale per adottare autonomamente scelte consapevoli, è per colmare questa lacuna che ci sono delle regole. E una regola è una regola e va seguita, senza eccezione alcuna!

In ottemperanza a quanto fin qui scritto e con immenso dispiacere i Musei dell’Università di Siena che seguo, insieme ai colleghi del SIMUS, ai responsabili, curatori e operatori didattici, hanno dovuto chiudere. Anche il Progetto ESCAC, molto apprezzato dal mondo scolastico, purtroppo, è stato sospeso. Al momento pertanto non possiamo più accogliere i ragazzi delle scuole e non possiamo più andare da loro. ESCAC è l’acronimo di – Educazione Scientifica per una Cittadinanza Attiva e Consapevole. Oggi più che mai queste parole hanno un grande significato, e ci inducono a continuare e insistere con forza, affinché il metodo scientifico accompagni l’istruzione e l’educazione dei nostri ragazzi, affinché da adulti abbiano piena consapevolezza di come si debba affrontare un periodo critico, sperando che mai ce ne sia un altro come questo.  I musei però non sono fermi, si organizzano per offrire comunque un servizio, anche se in modo indiretto, ma soprattutto si preparano per ripartire al meglio, quando tutto sarà effettivamente andato bene, e quello che viviamo adesso sarò solo un ricordo.

Luca Maria Foresi – Presidente SIMUS