Charles Darwin è stato un acuto osservatore del mondo delle piante e fu particolarmente attratto dalle orchidee. Famoso è l’esempio della così detta orchidea di Darwin, la cui elaborata forma fiorale fece ipotizzare al naturalista inglese l’esistenza di una particolare sfingide, osservata ed identificata 40 anni più tardi, che con la sua lunghissima spiritromba riuscisse a suggere il nettare e compiere l’impollinazione. La spiccata capacità di osservazione e di elaborazione traspare in tutte le sue opere, sia nelle più importanti che negli innumerevoli scritti “minori”. In un breve articolo che scrisse nel 1841 per una rivista di giardinaggio Darwin riporta un curioso comportamento dei bombi che invece di visitare i fiori nel modo canonico, ovvero introducendosi nelle profondità della corolla alla ricerca di nettare compiendo così involontariamente l’impollinazione, praticano dei fori alla base della corolla comportandosi da “ladri di nettare” senza compiere l’impollinazione. Darwin ipotizzò che la presenza dei fori lasciati da questa attività truffaldina inducesse altri insetti che normalmente si comportano da impollinatori a divenire essi stessi ladri di nettare. La verifica di tale ipotesi è arrivata nel 2008 da parte di due studiosi inglesi che hanno dimostrato come i bombi “ladri di nettare” siano in grado di attuare un comportamento adattativo socialmente trasmissibile anche tra insetti di differenti specie. Ancora una volta Darwin ci aveva azzeccato!
Massimo Nepi, Orto Botanico, Dipartimento di Scienze della Vita